Domenica 2 ottobre alle ore 10,30, Gerlando Giaccone ci accompagnerà a Fondo Micciulla. Appuntamento all'ingresso dell'aeroporto di Boccadifalco, piazza Pietro Micca. Si consiglia un abbigliamento adeguato e un ricambio.
Si consiglia un abbigliamento adeguato e un ricambio.
Fondo Micciulla è un luogo di grande rilevanza storico-culturale poiché nella parte est si trova la ‘Camera dello Scirocco’, un’opera di interesse monumentale attraversata dai “Qanat”, i canali sotterranei che costituivano il complesso sistema idraulico arabo. La Camera dello Scirocco è un’opera ipogea impiegata dalla nobiltà settecentesca palermitana per il raffrescamento passivo nelle calde giornate di scirocco estivo. Quella di villa Savagnone, in via Micciulla ad Altarello di Baida, è una delle più caratteristiche. Vi si accede mediante una scalinata realizzata in calcare di Billiemi, intagliata ad arte nella roccia calcarenitica. Sulla parete opposta alla scala d'accesso vi è una cascata, che un tempo era alimentata dalle acque provenienti dal vicino gruppo sorgentizio del Gabriele e si getta nella sottostante pozza la cui acqua proviene da una sorgente posta all'interno del Quanat medievale dell'Uscibene. Tale cascata, oltre a contribuire all'effetto scenografico dell'ambiente, consentiva di diminuire ulteriormente la temperatura della camera. Nel 1715, il fondo viene acquisito dai baroni Micciulla, che terranno il feudo fino al 1920, ricavando dall’originale cava di roccia calcarenitica la Camera dello Scirocco. Purtroppo i baroni sono costretti a cedere il fondo, che sparisce misteriosamente insieme ai suoi proprietari. Durante gli anni ’60 e per tutto il perdurare del sacco edilizio di Palermo, fondo Micciulla diventa proprietà del boss Filippo Piraino. Oggi, dopo il sequestro, operato il 17 giugno 1980 ad opera del giudice Falcone, rientra nei beni confiscati alla mafia, ed è stato affidato all'A.G.E.S.C.I.
Domenica 16 ottobre una visita guidata al Museo Archeologico di Aidone e alla Venere di Morgantina. Partenza alle ore 8,30 da piazza Unità d'Italia (durata viaggio da Palermo città: 2 h. circa). In mattinata visita guidata del sito archeologico di Morgantina. Dopo il pranzo, visita guidata del Museo Archeologico Regionale di Aidone (durata 1.30 h circa). Le visite a Morgantina e al museo saranno a cura dell’archeologa Dott.ssa Serena Raffiotta. Informazioni e prenotazioni presso l’Agenzia Ausonia Viaggi di Via Gaetano Daita, 66.
AREA ARCHEOLOGICA DI MORGANTINA
L’area archeologica attualmente fruibile conserva i resti monumentali della fase di vita più ricca di Morgantina, quella ellenistica (IV-III secolo a.C.), immersi in un contesto ambientale incontaminato che rende ancora più suggestiva la visita all’antica città. Edifici pubblici per l’amministrazione della polis, aree di culto, spazi per il commercio e ricchi quartieri residenziali testimoniano l’opulenza di Morgantina, che sulla produzione cerealicola fondò in ogni tempo la propria sussistenza, donde la diffusione capillare del culto di Demetra e Persefone, divinità tutelari del grano e dell’agricoltura.
MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE DI AIDONE
Il Museo Archeologico Regionale, che ha sede nel seicentesco convento dei Cappuccini nel centro storico diAidone, custodisce dal 1984 i reperti provenienti da più di un cinquantennio di scavi nell’antica città siculogreca di Morgantina. L’esposizione dei reperti da scavi regolari è articolata in tre nuclei principali: a pianterreno, una piccola sala con i reperti di epoca preistorica e protostorica; al primo piano, la sala “Cittadella”, con i materiali di VII-VI sec. a.C. testimonianti l’ellenizzazione del villaggio siculo, e la grande sala “Serra Orlando”, dove sono esposti i materiali dalla monumentale città ellenistica (IV-III sec. a.C.).
Nel biennio 2009-2011, la restituzione all’Italia da parte degli USA di preziosi capolavori trafugati da Morgantina e il loro rientro ad Aidone ha reso necessario l’allestimento di nuovi spazi: una grande sala è dedicata all’esposizione degli acroliti arcaici (VI sec. a.C.) raffiguranti Demetra e Persefone, “vestiti” nel Dicembre 2009 dalla stilista catanese Marella Ferrera, mentre una nuova ala del museo, inaugurata lo scorso 17 maggio, espone la statua colossale di divinità femminile nota al mondo come “Venere” di Morgantina e il tesoro di argenteria ellenistica restituito a Dicembre 2010, oltre a reperti dall’edificio termale pubblico e dalla fontana monumentale.
Domenica 30 ottobre si visiterà il castello a mare di Palermo con la dott.ssa Francesca Spatafora, appuntamento alle ore 10,30.
Edificato nel IX secolo, in epoca arabo-normanna, nel corso del tempo venne ripetutamente restaurato e ampliato ai fini dei vari utilizzi che ne fecero i governi cittadini successivi.
Nel 2009, a seguito di scavi e lavori di restauro, iniziati nel 2006 per riportare alla luce i resti di un insediamento arabo in Piazza XIII Vittime, è diventato il nucleo del Parco archeologico del Castellammare.
Sabato 19 novembre visita alla Mostra “Christo e Jeanne-Claude” a Palazzo Reale con Francesco Andolina (per motivi logistici max 25 persone, prenotazioni in segreteria). Biglietto sul posto 3 euro.
Con oltre 100 opere, la Collezione Würth possiede una delle maggiori raccolte al mondo di oggetti, disegni e collage di Christo e Jeanne-Claude; di cui se ne potrà apprezzare in questa mostra una selezione. Originario della Bulgaria, Christo (Javacheff, nato nel 1935) si stabilì nel 1958 a Parigi, dove dal 1960 lavorò nell’ambiente del Nouveau Réalisme e incontrò quella che sarebbe divenuta sua moglie, Jeanne-Claude (1935-2009), con la quale avviò un ininterrotto sodalizio artistico operando dal 1964 negli Stati Uniti e in altri paesi. Christo iniziò negli anni parigini a impacchettare oggetti come scatole, bottiglie e pile di giornali; una pratica che, rivolta a oggetti sempre più grandi, edifici e persino paesaggi, divenne poi il fulcro della sua attività artistica. I due artisti sono artefici della land art: intervengono sul paesaggio e lo modificano, nel loro caso in maniera provvisoria. Sono noti soprattutto per le opere realizzate con il tessuto, "imballando" monumenti o stendendo lunghi teli in luoghi naturali.
Sabato 17 dicembre alle ore 10,30 visita al Palazzo dell’Enel via Marchese Villabianca con Maria Antonietta Spadaro.
Opera dell’architetto palermitano Giuseppe Samonà che si inserisce nel panorama architettonico palermitano del dopoguerra e costituisce una punta di diamante di un tessuto edilizio nel complesso anonimo con pochissime opere di dignitosa qualità. Dopo cinquant’anni dalla sua realizzazione è un’opera, tra le poche del contemporaneo a Palermo, che continua ad attirare studiosi da ogni parte d’Italia.