Il 14 gennaio a Palazzo Raffadali è stato consegnato a Bruno Caruso il “Premio delle associazioni 2011”, con una motivazione che è stata letta da Nino Aquila, ultimo dei premiati.
Il premio viene assegnato con cadenza annuale a personalità rappresentativa della cultura palermitana che abbia avuto incidenza nella vita sociale, artistica, economica, scientifica della nostra città e che abbia operato senza contropartite di interesse personale, di carriere o politico
Il premio, che consiste in una semplice targa con incisi una breve dedica e i nomi delle sei associazioni culturali che si sono aggregate sotto la sigla di FORUM, intende segnalare la personalità all’opinione pubblica e additarne l’esemplare contributo dato disinteressatamente alla società civile
Quest’anno la scelta è caduta su Bruno Caruso, pittore e intellettuale palermitano di amplissima fama, che per il valore della sua attività artistica ha ricevuto riconoscimenti ben più importanti del nostro modesto premio, dalla laurea honoris causa della facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Palermo, alla Medaglia d’oro come benemerito della Cultura del Presidente della Repubblica, al premio Archimede riservato ai siciliani più illustri nel mondo, ai numerosi riconoscimenti da parte di Accademie e istituzioni straniere
Ma alle associazioni del Forum, che operano per il bene della nostra città, interessa evidenziare come Bruno Caruso abbia messo la sua arte e la notorietà che ne è derivata a servizio del suo impegno civile, delle cui testimonianze è ricchissima la sua biografia. Egli infatti si è sempre battuto contro la sopraffazione, la guerra, la violenza, la fame, la mafia, le ingiustizie nel mondo. In Sicilia e a Palermo ha sfidato i politici del malcostume e della corruzione, affiancando l’opera dei magistrati impegnati nella lotta alla criminalità e risvegliando le coscienze dei cittadini di buona volontà
I meno giovani di noi ricordano le vicende dei primi anni ’70, quando Bruno Caruso si batté con la sua arte per la chiusura dei manicomi al tempo della legge Basaglia. E quando denunziò dalle pagine de “L’Ora” con un graffiante gioco della sua matita il groviglio del potere in Sicilia, rappresentando in un furioso collage i volti di Luciano Liggio con quelli di Gioia, Ciancimino, Vassallo insieme ad avvocati, magistrati e politici. E il processo della durata di quattro anni che ne seguì, da cui Caruso uscì moralmente e politicamente vincente, insieme ai giornalisti de “L’Ora”
In un periodo non più cruento come quello degli anni ‘70, ma non meno drammatico come quello che la nostra città sta oggi vivendo, l’assegnazione del nostro premio a Bruno Caruso vuole rappresentare la nostra “nostalgia” per uomini come lui, di cui la città ha bisogno per risollevarsi dall’attuale declino.
Nino Vicari