Palermo, 24 luglio 2017
Inviata a mezzo e-mail e pec
Al Sindaco di Palermo, Prof. Leoluca Orlando
Al vice-Sindaco, dott. Sergio Marino,
Assessore allo Sviluppo economico e vivibilità
All’Assessore alla Rigenerazione urbana, Dott. Emilio Arcuri
All’Assessore alle Attività e Beni culturali, Dott. Andrea Cusumano
Al Presidente del Consiglio Comunale
All’Assessore regionale BB.CC.AA.,
Dott. Carlo Vermiglio
Al Dirigente regionale BB.CC.AA.,
Dott. Gaetano Pennino
Al Soprintendente ai BB. CC.AA. di Palermo,
Dr.ssa Maria Elena Volpes
All’Assessore regionale Territorio e Ambiente,
Dott. Maurizio Croce
All’Assessore regionale Attività Produttive,
Dr.ssa Maria Lo Bello
Al Direttore del Dipartimento di Architettura, prof. Arch. Andrea Sciascia
Al Presidente dell’Ordine degli Architetti,
arch. Franco Miceli
Al Forum delle Associazioni
Oggetto: Appello per la salvaguardia del Cotonificio Siciliano.
In sostituzione del precedente Documento inviato alle autorità competenti dalla Fondazione Salvare Palermo in data 31.5.17 , a seguito:
- dell’audizione richiesta dal Gruppo di Progettazione incaricato del Programma costruttivo di edilizia residenziale, per l’area del Cotonificio siciliano, avvenuta in data 19 giugno 2017;
- dell’audizione del prof. Arch. Cesare Ajroldi, figlio del progettista del Cotonificio, arch. Pietro Ajroldi, avvenuta in data 26 giugno;
- del C.D. dello stesso 26 giugno in cui è stata discussa la questione del Cotonificio;
- del sopralluogo sul sito avvenuto il 3 luglio, congiuntamente al gruppo di progettazione.
Premesso
- Che la Fondazione Salvare Palermo ha per scopo esclusivo <<il perseguimento di finalità di promozione sociale attraverso lo svolgimento di attività nel settore della conoscenza, tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio esistente di beni culturali e ambientali e in quello della promozione della cultura e delle arti contemporanee>> (art. 3 dello Statuto).
- Che la Fondazione ha focalizzato la sua attenzione verso le architetture industriali di Palermo, e in particolare su quelle per le quali sono pervenute al Comune richieste di interesse ai sensi della Delibera di C.C. n. 28 del 10.4.2013 (v. Lettera di accesso agli atti prot. 141/13 dell’11 novembre 2013).
Tra queste, ha rilevato che il Cotonificio Ajroldi riveste un eccezionale valore culturale quale testimonianza di architettura e di espressione di cultura del lavoro in particolare già evidenziata sulla propria rivista “Per” al n. 37, settembre-dicembre 2013, pp. 20-22 e n. 38, gennaio-aprile 2014, pp. 17-19.
- Che la Fondazione ha altresì collaborato attivamente ad un Censimento delle testimonianze di Archeologia Industriale da salvaguardare per la storia industriale, economica e sociale della città, confluito nella Mostra sull’Archeologia industriale tenutasi all’ Eco-Museo il 19 novembre 2014 coinvolgendo, nella Tavola Rotonda finale, l’Amministrazione Comunale e pubblicato nel volume di D. Pirrone, M.A. Spadaro (a cura di), Archeologia industriale. Palermo, ed. Kalòs, Palermo 2015.
il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Salvare Palermo
Sottolinea
- Che il patrimonio industriale testimonia un saper fare, un saper produrre e, in quanto tale è cultura, utile anche ad una riflessione sulla prospettiva di sviluppo in un momento in cui la società sta rivedendo tutti i modelli perseguiti nel XX secolo;
- Che la qualità architettonico-urbana-paesaggistica del complesso del Cotonificio Siciliano, è conclamata dagli studi riassunti nell’articolata Bibliografia allegata, a partire dallo scritto di Bruno Zevi, fino alle ultime testimonianze espresse proprio dalla Fondazione, ed assolutamente rispondente ai criteri prescritti da parte del Ministero per i BB.CC.AA. per il Censimento delle architetture italiane del secondo Novecento, in corso di redazione da parte dell’ Ass.to Reg.le BB.CC.AA.;
- Che il complesso, e in specie il Padiglione centrale della filatura, esprime ancora oggi un particolare valore che risiede nella qualità tipologico-spaziale dell’impianto amplificata dalla grandiosità delle dimensioni; nella innovatività e originalità della soluzione tecnica delle volte a shed inclinate, posto in opera con l’impiego di particolari mattoni forati realizzati a tal fine dalla Ditta produttrice RDB di Piacenza, ed in tal senso il Padiglione rappresenta un significativo esempio di architettura dal linguaggio di grande modernità;
- Che ancora oggi è evidente il rapporto armonico tra architettura e paesaggio; quest'ultimo interagisce con l'architettura e viene percepito sia all'esterno che all'interno attraverso le vetrate delle lunghe campate del Padiglione centrale della filatura;
- Che il vasto stabilimento per la filatura del cotone e altre fibre tessili si caratterizzava per una potenzialità produttiva di oltre 1.000.000 di Kg. di filati all'anno, in tutte le gamme di titoli e confezioni, contava su ben 32 mila fusi installati e su una compagine lavorativa di circa 400 occupati, prevalentemente donne;
- Che il Cotonificio, realizzato tra il 1951 e il 1952, ha rappresentato una delle iniziative industriali più significative della rinascita economico-sociale siciliana del Dopoguerra, interpretata dal felice e concorde connubio tra cultura imprenditoriale e cultura tecnica, impersonate da Pietro Ajroldi e Mimì La Cavera, fondatore e primo Presidente della Sicindustria; non a caso, 2 anni fa, è stato istituito il Premio La Cavera, proprio in omaggio alla sua figura, per favorire e incentivare una nuova cultura imprenditoriale.
Per le ragioni e i motivi sopra rilevati, il Consiglio direttivo della Fondazione Salvare Palermo, all’unanimità, nella seduta del 13 luglio 2017:
- Esprime massima preoccupazione per le sorti del Cotonificio e, in particolare, del Padiglione centrale della filatura che, nonostante lo stato di conservazione in cui versa, appare ancora intero nel suo sviluppo dimensionale e volumetrico e tipologico;
- Auspica che venga messa in atto un’ azione di recupero e di riutilizzo nel rispetto della natura architettonica e industriale del bene, assecondando le diverse e diversificate esigenze della città e/o di parti di esse, di spazi collettivi, socio-culturali e commerciali.
- Auspica inoltre di proseguire il dialogo con le Istituzioni, l’Università, gli Ordini professionali, le Associazioni culturali, per un più esteso ragionamento sulle questioni sollevate da questo caso, che si caratterizza per la sua emblematicità, affrontando il delicato tema della rigenerazione sostenibile delle aree dismesse in maniera coerente con un’idea e visione complessiva di città.
Tutto ciò si dichiara, nel rispetto degli atti già posti in essere dalle Istituzioni preposte alla pianificazione della città e/o alla cura e tutela dei monumenti.
Il Presidente
Prof. arch. Renata Prescia
Bibliografia sul cotonificio:
B. Zevi, Cotonificio a Palermo, in “Metron” n. 47, dicembre 1952, pp. 22-26.
P. Nestler, Neues bauen in Italien, Callwey, Munchen 1954.
G.Pirrone, Architettura del XX secolo in Italia. Palermo, ed. Vitali e Ghianda, Genova 1971, p. 129.
G. Vitale, Attività ed archeologia industriale a Palermo, Palermo 1996.
P. Barbera, Architettura in Sicilia tra le due guerre, Sellerio, Palermo 2002.
D. Cottone, Il cotonificio siciliano, una proposta di restauro del moderno, tesi di dottorato in Progettazione Architettonica, tutor prof. C.Ajroldi, Università di Palermo, 2004.
D. Cottone, Il Cotonificio siciliano di Pietro Ajroldi e Franco Gioè. Una proposta di restauro del moderno, in “Architettura e materiali del Novecento, atti del convegno di Bressanone 13-16/7/04, Padova 2004, pp. 991-998.
M. Iannello, G. Scolaro, Palermo. Guida all’architettura del ‘900, Fondazione Salvare Palermo, Palermo 2009, p. 45.
S. Pennisi, D. Cottone, Edifici industriali a Palermo. Il passaggio dalla tradizione alla modernità, in P. G. Bardelli, A. Cottone.. (et alii) (a cura di), La costruzione dell’architettura. Temi e opere del dopoguerra italiano, ed. Gangemi, Roma 2009, pp. 123-129.
D. Cottone, Il restauro del moderno e il tema dell’uso. Il cotonificio siciliano di Pietro Ajroldi, Aracne, Roma 2011.
G. Scolaro, Architettura e industria nel dopoguerra in Sicilia: nuovi paesaggi urbani, in “Lexicon”, 12, 2011, pp. 53-62.
D. Cottone, Dalla tradizione alla modernità. Le architetture di Pietro Ajroldi, Aracne, Roma 2012.
D. Pirrone, Le fabbriche dismesse a Palermo, in “Per”, 37, settembre-dicembre 2013, pp. 20-22.
D. Cottone, Conservare la modernità: il Cotonificio Siciliano a Mondello, in “Per”, 38, gennaio-aprile 2014, pp. 17-19.
D. Pirrone, M.A. Spadaro (a cura di), Archeologia industriale. Palermo, Palermo 2015.
D. Cottone, Cotonificio siciliano. Stabilimento tessile, in D. Pirrone, M.A. Spadaro (a cura di), Archeologia …cit., pp. 67-68.
R. Prescia, Il patrimonio di archeologia industriale e la sua rigenerazione. Il punto di vista del restauro, in “Materiali e strutture”, n.s., V, 10, 2016, pp. 103-120.
Prot. 056/17 Palermo, 24 luglio 2017
Inviata a mezzo e-mail e pec
Al Sindaco di Palermo, Prof. Leoluca Orlando
Al vice-Sindaco, dott. Sergio Marino,
Assessore allo Sviluppo economico e vivibilità
All’Assessore alla Rigenerazione urbana, Dott. Emilio Arcuri
All’Assessore alle Attività e Beni culturali, Dott. Andrea Cusumano
Al Presidente del Consiglio Comunale
All’Assessore regionale BB.CC.AA.,
Dott. Carlo Vermiglio
Al Dirigente regionale BB.CC.AA.,
Dott. Gaetano Pennino
Al Soprintendente ai BB. CC.AA. di Palermo,
Dr.ssa Maria Elena Volpes
All’Assessore regionale Territorio e Ambiente,
Dott. Maurizio Croce
All’Assessore regionale Attività Produttive,
Dr.ssa Maria Lo Bello
Al Direttore del Dipartimento di Architettura, prof. Arch. Andrea Sciascia
Al Presidente dell’Ordine degli Architetti,
arch. Franco Miceli
Al Forum delle Associazioni
Oggetto: Appello per la salvaguardia del Cotonificio Siciliano.
In sostituzione del precedente Documento inviato alle autorità competenti dalla Fondazione Salvare Palermo in data 31.5.17[1], a seguito:
- dell’audizione richiesta dal Gruppo di Progettazione incaricato del Programma costruttivo di edilizia residenziale, per l’area del Cotonificio siciliano, avvenuta in data 19 giugno 2017;
- dell’audizione del prof. Arch. Cesare Ajroldi, figlio del progettista del Cotonificio, arch. Pietro Ajroldi, avvenuta in data 26 giugno;
- del C.D. dello stesso 26 giugno in cui è stata discussa la questione del Cotonificio;
- del sopralluogo sul sito avvenuto il 3 luglio, congiuntamente al gruppo di progettazione.
Premesso
- Che la Fondazione Salvare Palermo ha per scopo esclusivo <<il perseguimento di finalità di promozione sociale attraverso lo svolgimento di attività nel settore della conoscenza, tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio esistente di beni culturali e ambientali e in quello della promozione della cultura e delle arti contemporanee>> (art. 3 dello Statuto).
- Che la Fondazione ha focalizzato la sua attenzione verso le architetture industriali di Palermo, e in particolare su quelle per le quali sono pervenute al Comune richieste di interesse ai sensi della Delibera di C.C. n. 28 del 10.4.2013 (v. Lettera di accesso agli atti prot. 141/13 dell’11 novembre 2013).
Tra queste, ha rilevato che il Cotonificio Ajroldi riveste un eccezionale valore culturale quale testimonianza di architettura e di espressione di cultura del lavoro in particolare già evidenziata sulla propria rivista “Per” al n. 37, settembre-dicembre 2013, pp. 20-22 e n. 38, gennaio-aprile 2014, pp. 17-19.
- Che la Fondazione ha altresì collaborato attivamente ad un Censimento delle testimonianze di Archeologia Industriale da salvaguardare per la storia industriale, economica e sociale della città, confluito nella Mostra sull’Archeologia industriale tenutasi all’ Eco-Museo il 19 novembre 2014 coinvolgendo, nella Tavola Rotonda finale, l’Amministrazione Comunale e pubblicato nel volume di D. Pirrone, M.A. Spadaro (a cura di), Archeologia industriale. Palermo, ed. Kalòs, Palermo 2015.
il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Salvare Palermo
Sottolinea
- Che il patrimonio industriale testimonia un saper fare, un saper produrre e, in quanto tale è cultura, utile anche ad una riflessione sulla prospettiva di sviluppo in un momento in cui la società sta rivedendo tutti i modelli perseguiti nel XX secolo;
- Che la qualità architettonico-urbana-paesaggistica del complesso del Cotonificio Siciliano, è conclamata dagli studi riassunti nell’articolata Bibliografia allegata, a partire dallo scritto di Bruno Zevi, fino alle ultime testimonianze espresse proprio dalla Fondazione, ed assolutamente rispondente ai criteri prescritti da parte del Ministero per i BB.CC.AA. per il Censimento delle architetture italiane del secondo Novecento, in corso di redazione da parte dell’ Ass.to Reg.le BB.CC.AA.;
- Che il complesso, e in specie il Padiglione centrale della filatura, esprime ancora oggi un particolare valore che risiede nella qualità tipologico-spaziale dell’impianto amplificata dalla grandiosità delle dimensioni; nella innovatività e originalità della soluzione tecnica delle volte a shed inclinate, posto in opera con l’impiego di particolari mattoni forati realizzati a tal fine dalla Ditta produttrice RDB di Piacenza, ed in tal senso il Padiglione rappresenta un significativo esempio di architettura dal linguaggio di grande modernità;
- Che ancora oggi è evidente il rapporto armonico tra architettura e paesaggio; quest'ultimo interagisce con l'architettura e viene percepito sia all'esterno che all'interno attraverso le vetrate delle lunghe campate del Padiglione centrale della filatura;
- Che il vasto stabilimento per la filatura del cotone e altre fibre tessili si caratterizzava per una potenzialità produttiva di oltre 1.000.000 di Kg. di filati all'anno, in tutte le gamme di titoli e confezioni, contava su ben 32 mila fusi installati e su una compagine lavorativa di circa 400 occupati, prevalentemente donne;
- Che il Cotonificio, realizzato tra il 1951 e il 1952, ha rappresentato una delle iniziative industriali più significative della rinascita economico-sociale siciliana del Dopoguerra, interpretata dal felice e concorde connubio tra cultura imprenditoriale e cultura tecnica, impersonate da Pietro Ajroldi e Mimì La Cavera, fondatore e primo Presidente della Sicindustria; non a caso, 2 anni fa, è stato istituito il Premio La Cavera, proprio in omaggio alla sua figura, per favorire e incentivare una nuova cultura imprenditoriale.
Per le ragioni e i motivi sopra rilevati, il Consiglio direttivo della Fondazione Salvare Palermo, all’unanimità, nella seduta del 13 luglio 2017:
- Esprime massima preoccupazione per le sorti del Cotonificio e, in particolare, del Padiglione centrale della filatura che, nonostante lo stato di conservazione in cui versa, appare ancora intero nel suo sviluppo dimensionale e volumetrico e tipologico;
- Auspica che venga messa in atto un’ azione di recupero e di riutilizzo nel rispetto della natura architettonica e industriale del bene, assecondando le diverse e diversificate esigenze della città e/o di parti di esse, di spazi collettivi, socio-culturali e commerciali.
- Auspica inoltre di proseguire il dialogo con le Istituzioni, l’Università, gli Ordini professionali, le Associazioni culturali, per un più esteso ragionamento sulle questioni sollevate da questo caso, che si caratterizza per la sua emblematicità, affrontando il delicato tema della rigenerazione sostenibile delle aree dismesse in maniera coerente con un’idea e visione complessiva di città.
Tutto ciò si dichiara, nel rispetto degli atti già posti in essere dalle Istituzioni preposte alla pianificazione della città e/o alla cura e tutela dei monumenti.
Il Presidente
Prof. arch. Renata Prescia
Bibliografia sul cotonificio
B. Zevi, Cotonificio a Palermo, in “Metron” n. 47, dicembre 1952, pp. 22-26.
P. Nestler, Neues bauen in Italien, Callwey, Munchen 1954.
G.Pirrone, Architettura del XX secolo in Italia. Palermo, ed. Vitali e Ghianda, Genova 1971, p. 129.
G. Vitale, Attività ed archeologia industriale a Palermo, Palermo 1996.
P. Barbera, Architettura in Sicilia tra le due guerre, Sellerio, Palermo 2002.
D. Cottone, Il cotonificio siciliano, una proposta di restauro del moderno, tesi di dottorato in Progettazione Architettonica, tutor prof. C.Ajroldi, Università di Palermo, 2004.
D. Cottone, Il Cotonificio siciliano di Pietro Ajroldi e Franco Gioè. Una proposta di restauro del moderno, in “Architettura e materiali del Novecento, atti del convegno di Bressanone 13-16/7/04, Padova 2004, pp. 991-998.
M. Iannello, G. Scolaro, Palermo. Guida all’architettura del ‘900, Fondazione Salvare Palermo, Palermo 2009, p. 45.
S. Pennisi, D. Cottone, Edifici industriali a Palermo. Il passaggio dalla tradizione alla modernità, in P. G. Bardelli, A. Cottone.. (et alii) (a cura di), La costruzione dell’architettura. Temi e opere del dopoguerra italiano, ed. Gangemi, Roma 2009, pp. 123-129.
D. Cottone, Il restauro del moderno e il tema dell’uso. Il cotonificio siciliano di Pietro Ajroldi, Aracne, Roma 2011.
G. Scolaro, Architettura e industria nel dopoguerra in Sicilia: nuovi paesaggi urbani, in “Lexicon”, 12, 2011, pp. 53-62.
D. Cottone, Dalla tradizione alla modernità. Le architetture di Pietro Ajroldi, Aracne, Roma 2012.
D. Pirrone, Le fabbriche dismesse a Palermo, in “Per”, 37, settembre-dicembre 2013, pp. 20-22.
D. Cottone, Conservare la modernità: il Cotonificio Siciliano a Mondello, in “Per”, 38, gennaio-aprile 2014, pp. 17-19.
D. Pirrone, M.A. Spadaro (a cura di), Archeologia industriale. Palermo, Palermo 2015.
D. Cottone, Cotonificio siciliano. Stabilimento tessile, in D. Pirrone, M.A. Spadaro (a cura di), Archeologia …cit., pp. 67-68.
R. Prescia, Il patrimonio di archeologia industriale e la sua rigenerazione. Il punto di vista del restauro, in “Materiali e strutture”, n.s., V, 10, 2016, pp. 103-120.
[1] Si precisa che nel documento precedente, non condiviso dal Forum delle Associazioni, la Fondazione si riferiva al procedimento di individuazione, posto in essere dal Comune, delle aree D elaborato senza svolgere una preventiva e generale ricognizione di esse, ponendo quale unico limite per le richieste, il possesso dei 3 anni di dismissione per gli impianti industriali in esse insistenti.