La morte non è niente, io sono solo andata
nella stanza accanto.
Io sono io. Voi siete voi.
Ciò che ero per voi lo sono sempre.
Datemi il nome che mi avete sempre dato.
Parlatemi come mi avete sempre parlato.
Non usate mai un tono diverso.
Non abbiate un’aria solenne o triste.
Continuate a ridere di ciò che ci faceva
ridere insieme.
Sorridete, pensate a me, pregate per me.
Che il mio nome sia pronunciato in casa
come lo è sempre stato.
Senza alcuna enfasi, senza alcuna ombra di tristezza.
La vita ha il significato di sempre.
Il filo non è spezzato.
Perché dovrei essere fuori dai vostri pensieri?
Semplicemente perché sono fuori dalla vostra vista?
Io non sono lontano, sono solo dall’altro lato
del cammino.
Charles Peguy
Siamo qui in un giorno di gioia. Alessandra avrebbe compiuto 51 anni. Noi oggi non abbiamo il dovere ma abbiamo il diritto di ricordare Alessandra, abbiamo il diritto di ripensare Alessandra come pietra miliare del cammino di questa città e dunque il diritto, tramite lei, di ripercorrere decenni della nostra storia. Vedo questa sera in questa Basilica tanti amici che con Alessandra si sono incontrati e scontrati nella umana dialettica della vita e che con lei hanno tracciato la storia di questa città.
Il percorso di Alessandra interseca, nonostante i suoi soli 50 anni, l’ultimo trentennio della vita della nostra città. Alessandra fu interprete di parecchi passaggi non sempre felici: una storia spesso tragica, che va da Piersanti Mattarella, del quale fu strenua sostenitrice, alle stragi del ‘92 di Falcone e Borsellino che certamente lasciarono un segno forte su Alessandra, così come era già accaduto in precedenza con Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Possiamo certamente dire che Alessandra ha fatto parte della storia di questa città, ma possiamo dire di più, è anche attraverso Alessandra che la storia della nostra Palermo è stata scritta. Fu lei a divenire interprete massima, assieme ad altri amici, del decennio ‘90/2000, di quella Primavera che certamente sbocciò grazie anche al suo impegno e che certamente trovò in lei uno dei massimi interpreti.
Fu Alessandra a comprendere che la vera rivoluzione cittadina avrebbe trovato fondamento nella misura in cui si sarebbero date risposte concrete alle esigenze reali dei cittadini, a partire dalla formazione. «Solo attraverso i giovani, diceva in uno scritto, potremo minare l’ethos mafioso che si annida nella nostra società».
“Palermo apre le porte” divenne il simbolo di questo cambiamento.
Fu grazie alla sua autorevolezza e capacità che riuscì a conquistare i ruoli istituzionali attraverso i quali portò avanti le sue battaglie a favore della donna, della scuola, della cultura, della legalità, penso in tal senso alla rescissione dei contratti di affitto di decine di scuole con varie famiglie mafiose della città e dunque la costruzione di nuovi plessi scolastici.
Alessandra dimostrò che non occorrevano ruoli istituzionali per riuscire ad incidere direttamente sulla società. Fu così che il suo impegno politico istituzionale divenne impegno sociale.
Il 28 dicembre 2013 Alessandra ci ha lasciato, ritornando alla casa del Padre. Permettetemi di dire che ogni morte non è e non può essere vana.
In questi mesi la nostra città ha reso grandi tributi ad Alessandra. Credo oggi si possa dire che anche dalla sua morte sia passato un messaggio fortissimo per la nostra comunità cittadina: quando l’impegno sociale, quando l’impegno politico, vengono vissuti con dedizione, con responsabilità, con idealità e servizio nei confronti della res pubblica allora lì crollano le “caste politiche”, crollano gli steccati da parte del cittadino nei confronti delle istituzioni spesso vacillanti. Le grandi manifestazione di affetto nei suoi confronti in questi mesi ne sono testimonianza.
«Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini» diceva Giovanni Falcone. Ritengo sia dunque necessario ed obbligatorio che ciascuno di noi si faccia interprete di questa volontà.
Il concerto di questa sera lo abbiamo affettuosamente pensato, Marco Betta ed io, immaginando i temi centrali attorno ai quali Alessandra si è spesa negli anni. Dunque la donna, la scuola, la legalità, i bambini…… attorno a ciascuno di questi temi tutti i vari artisti che si esibiranno hanno ritenuto di comporre o di arrangiare pezzi, esattamente partendo dalla figura di Alessandra.
Ancora una volta devo dire che questo concerto è frutto dell’affetto e della stima che in tantissimi hanno dimostrato nei confronti di Ale. Devo ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile tale manifestazione offrendo i propri servizi.
Grazie alla Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, a Giancarlo Caselli che hanno voluto inviare affettuosi messaggi non potendo essere presenti questa sera.
Ma ho soprattutto il dovere, il piacere, la gioia di ringraziare tutti i musicisti, dal conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo con il suo Direttore Daniele Ficola, all’Orchestra Sinfonica Siciliana del Teatro Politeama con la sua Sovrintendente Valeria Grasso ed il suo Coro di voci bianche dirette dal maestro Antonio Sottile, dal trio OmniArt con Massimo Barrale, Ferdinando Caruso e Ruggero Mascellino, diretto da Marzia Raneri alla grande arpista Elena Zaniboni ed al coro di voci bianche diretto da Riccardo Scilipoti.
Un ringraziamento particolare va ai Padri Domenicani ed alla Presidenza del Consiglio Comunale di Palermo.
Affinché il progetto di Alessandra possa continuare abbiamo pensato alla istituzione di una Borsa di Studio a lei intitolata. I fondi che questa sera raccoglieremo saranno dunque a questo dedicati.
Le cinque parti del concerto saranno brevemente introdotte da chi, amici di Alessandra, ha insieme portato avanti con lei ideali e speranze: Simona Mafai, Sergio Mattarella, Vincenzo Morgante, Milena Gentile e Maurizio Gentile.
Il concerto di questa sera, nel ricordare Alessandra nel giorno del suo compleanno, vuole essere dunque uno stimolo per la città affinché, anche e soprattutto attraverso la figura di Alessandra, ciascuno di noi possa continuare a zappare e seminare per questa nostra terra.
Manlio Mele