PER n.14
settembre-dicembre 2005
Più di una volta, in molti, abbiamo avuto il privilegio e la fortuna di ascoltare ricordi e memorie di Roberto Calandra, protagonista di una lunga stagione che ha visto intrecciarsi intorno al progetto d'architettura le discipline del disegno, del restauro, dell'urbanistica...
Roberto Calandra nasce a Messina il 2 novembre 1915 da famiglia di altissime qualità e tradizioni morali, politiche e intellettuali, da Enrico (Caltanissetta 1877 - Roma 1946) e da Dina Omodeo (Catania 1886 - Roma 1996)...
Ampiamente riconosciuto per il suo non comune impegno civile di intellettuale, architetto, urbanista, attivo interprete del restauro critico, Roberto Calandra con il suo ininterrotto percorso di professionista e di docente ha costantemente rivendicato un'unità del sapere e del saper fare votata all'urgenza di intervenire positivamente nel presente attraverso la promozione di un'architettura di qualità mai disgiunta dalla salvaguardia del patrimonio storico tutto, artistico, ambientale, paesaggistico...
Quando Eduardo Caracciolo (1906/1962), con la consapevolezza del Maestro che indirizza i propri discepoli, sollecitava Giuseppe Giaccone, Soprintendente incaricato dell'insegnamento di Restauro dei Monumenti nella Facoltà di Architettura di Palermo, ad accettare l'estensore di queste righe quale assistente volontario, aveva avuto modo di valutarne gli interessi per gli studi storici durante una ricerca condotta sul territorio nebrode-madonita, anche con l'ausilio di fondi archivistici pubblici e privati...
Nella recente storia di Messina a periodi tragici sono seguiti periodi di particolare vitalità sia dal punto di vista culturale e artistico sia dal punto di vista operativo e costruttivo...
E' del 1942 la legge quadro urbanistica fondamentale che con le sue luci e le sue ombre ha regolato finoggi in Italia lo sviluppo delle città e del territorio e che le generazioni che da allora si sono succedute non sono riuscite ancora a sostituire con uno strumento più adatto alla moderna società, che ha dello sviluppo del territorio una concezione radicalmente diversa da quella di oltre mezzo secolo addietro...
Sin dalla sua acquisizione da parte della Corona, in seguito alla confisca dei beni dei Chiaramonte nel 1392, il Palazzo noto come Steri fu oggetto di interventi di trasformazione della sua compagine strutturale, operati di volta in volta per adattarlo alle esigenze delle diverse destinazioni...
Fino a qualche decennio fa, fino all'avvento del rilevamento fotogrammetrico, il rilievo dei monumenti archeologici non si era molto discostato dai sistemi utilizzati nei due secoli precedenti e romanticamente illustrati in alcuni incisioni settecentesche riguardanti anche i monumenti agrigentini...
Le pitture del soffitto della sala magna dello Steri sono da considerarsi il massimo evento della cultura figurativa della fine del Trecento in Sicilia. L'unicità dell'opera consiste nella sua ampiezza e complessità sia a livello tematico che iconografico ed esecutivo...