PER n. 56
gennaio-giugno 2021
Uno dei nostri tre amati mercati storici sta per cambiare aspetto. Abbiamo chiesto ad un residente, che è anche attivo operatore socio-culturale, di raccontarci lo stato di avanzamento dei lavori...
Nel corso della storia gli studiosi hanno fissato paletti cronologici per ordinare il dinamico evolversi dell’arte. A volte, però, entusiasti esegeti scardinano le certezze morfo-temporali, disorientando, soprattutto, chi si
avvicina ad un movimento come l’Art Nouveau, già caratterizzato da contraddizioni “endogene”.
Presenze ed assenze nel territorio urbano: da villa Gallidoro a villa Deliella.
La recensione al volume Utopia e impostura. Tutela ed uso sociale dei beni culturali in Sicilia ai tempi dell’Autonomia (di Francesca Valbruzzi e Paolo Russo con presentazione di Carlo Pavolini. Roma, Scienze e Lettere, 2019) è un invito non solo alla lettura, ma anche ad un dibattito, se possibile, costruttivo sullo stato presente e futuro dei beni culturali siciliani.
Due articoli raccontano la storia (Corselli d'Ondes) e le opere d'arte (Ingarao) della Fiera del Mediterraneo, per preservarne la memoria tradita.
Risale al 1961 lo schizzo celebrativo dei sedici anni di attività artistica di Alfonso Amorelli alla Fiera del Mediterraneo
È in vendita l’area rimasta libera, dopo i bombardamenti del 1943, di uno tra i più importanti monasteri di Palermo, fondato dal cancelliere del re Guglielmo II, ingrandito fino al Cassaro nel ’500; eppure la proposta del proprietario era di trasformarla in giardino.
Le vicende di una chiesa, i cui resti potrebbero ancora essere valorizzati
dell'Istituto Tecnico Parlatore dal 1869 al 2021. Il racconto appassionato della curatrice illustra la storia, le collezioni e l’attività del Museo della scuola per la città.
Una nuova pianta per la città e lo zelo e la vanità del Marchese di Villabianca
Per festeggiare il compleanno del Sommo Poeta abbiamo chiesto, ad uno dei maggiori conoscitori dell’ex Collegio Massimo della Compagnia di Gesù, di raccontarci la storia del busto marmoreo di
Mario Rutelli che primeggia nell’atrio della nostra Biblioteca Centrale.